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Immagine del redattoreAlessandro Niccoli

Intervista di novitainlibreria.it

Aggiornamento: 30 apr 2022






novitàinlibreria.it ha intervistato Alessandro Niccoli, autore di Nafis e i Corridoi Colorati

Alessandro Niccoli, avvocato e scrittore di San Miniato (Pi) ha esordito nel 2013 col racconto Camminando, Il Tuo Spirito Sognai, vincitore di un premio nell’ambito di un concorso letterario indetto da Del Bucchia Editore e poi pubblicato nell’antologia I Racconti Della Via Francigena. Nel 2019 ha pubblicato L’Odore Delle Rose (Europa Edizioni) e nel 2021 Nafis E I Corridoi Colorati, interamente auto-prodotto e i cui ricavati andranno a un’associazione di tutela cavalli maltrattati (Ihp-Italian Horse Protection, www.nafisbook.com). La nostra redazione lo ha intervistato.


Che libro è Nafis E I Corridoi Colorati? E’ la storia di un ragazzo che sogna un mondo migliore, un contatto autentico con la vita ma anche con se stesso, con gli altri e con la natura. Il suo cammino verso la consapevolezza è quello di ognuno di noi. Quando hai pensato di scrivere la sua storia? Il progetto di Nafis nasce intorno nel 2018 quando, una notte, immaginai per la prima volta i corridoi colorati e il personaggio che li percorreva, un ragazzino magro, con occhi verdi e spettinato, che chiamai Nafis; poi il progetto si è arenato a causa dei miei impegni lavorativi ed editoriali ma l’ispirazione è tornata durante il lockdown del 2020 e l’anno successivo il libro è stato pubblicato, anche grazie al contributo della naturalista Anna Vannucchi. ACQUISTALO SU AMAZON

A che genere narrativo credi possa appartenere il tuo libro? A quello della narrativa ecologista, un genere in voga da tempo nei paesi anglosassoni. Chi ha illustrato la copertina di Nafis? Come mai hai scelto questi disegni? L’illustratrice è Sara Panicci, che ha accettato subito la mia proposta di realizzare graficamente Nafis e le sue avventure: i disegni dei singoli capitoli sono stati realizzati ancora prima dell’editing del testo, Sara leggeva il capitolo e creava a carboncino su carta la dimensione e l’essenza del viaggio e degli ambienti di Nafis. Nel testo troviamo vari generi di scrittura. Come nasce l’idea dei differenti stili? Dal mio desiderio di permettere a lettori diversi di entrare nella storia, per rendere l’esperienza unica e profonda. Perché hai scelto un adolescente come protagonista? Perché un adolescente può spiegare certe cose in modo incredibile a noi adulti che le abbiamo dimenticate e può aiutarci a recuperare punti di vista dimenticati: gli occhi dei giovani sono puliti, incontaminati da dettami sociali e interessi materialistici, possono vedere cose che gli adulti non riescono più a vedere e a capire; allo stesso modo, i valori, espressi con il linguaggio di un ragazzo possono meglio arrivare ai giovani lettori e questo è uno degli obiettivi del mio libro. Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro? Pur avendo già avuto esperienze editoriali positive, ho scelto la strada dell’auto-pubblicazione per poter avere il totale controllo di ogni aspetto della pubblicazione, dallo stile all’editing alla scelta delle illustrazioni, senza le imposizioni di una casa editrice in fatto di promozione e controllo delle vendite. Quanto c’è di te e delle tue esperienze personali nei personaggi e nelle vicende dei tuoi libri? Nafis è un personaggio di fantasia che trae certamente qualche spunto dalla mia esperienza personale ma il libro non è autobiografico. Naturalmente tutte le storie prendono spunto dal vissuto e io stesso mi ritrovo spesso ad assumere i comportamenti suggeriti da Nafis ai suoi amici, al fine di migliorare le potenzialità mentali, fisiche, e il mio rapporto con il mondo. Anche alcuni personaggi sono ispirati a persone reali, come Enea e Fabrizio, basati su persone che conosco e stimo. Quando e perché hai deciso di diventare uno scrittore? Io scrivo solo quando vivo un’intensa emozione, che mi spinge a una profonda introspezione, quindi scrivo solo quando mi arriva qualcosa da dentro e solo allora la penna viaggia da sola, senza che lo decida io! Da ragazzo non brillavo a scuola ma la mia professoressa di lettere profetizzò a mia madre che sarei diventato uno scrittore! Infatti ho sempre scritto, prima cartoline e lettere con frasi poetiche, poi riflessioni sulla vita come autoanalisi, come svago e per comunicare col mondo e a 21 anni scrissi due critici pamphlet sulla società, pubblicati poi con notevole risalto. A causa dei miei studi giuridici, troppo aridi per la mia indole, e del mio lavoro di avvocato ho tralasciato e dimenticato la risorsa della scrittura, sino a riprenderla d’impeto intorno ai quarant’anni anni, così riscoprendo il buon sapore dell’esistenza. E’ facile conciliare l’attività di scrittore con la vita di tutti i giorni? Non è per niente facile per me conciliare queste cose, dato che se la scrittura mi prende, mi travolge, e rischio di non dormire una notte intera a scrivere, per poi essere disconnesso sul lavoro, e concentrato solo su ciò che ho scritto la notte prima, con l’idea costante di riprenderlo in mano e rituffarmici dentro. Qual è il tuo rapporto con i tuoi lettori? Molto buono e gratificante, forse perché scrivo principalmente per me stesso, in quanto scrivere alimenta i miei sogni, che a loro volta alimentano la scrittura e la voglia di vivere; tramite la scrittura vorrei scuotere i miei lettori, far loro provare nuove sensazioni, esperienze e possibilità, per questo mi rivolgo preferibilmente a un pubblico giovane, che ha voglia di sperimentare e crescere in consapevolezza, porsi domande e iniziare ad assumere comportamenti positivi. Come ti descriveresti, come lettore? Sono un disastro, capace di leggere più libri contemporaneamente, e non finirli mai, ma vivendoli al massimo: oggi sto cercando di cambiare. Quali sono i tuoi modelli letterari? La scrittura porta a sondare se stessi e sondare impercettibili realtà; da qui l’ammirazione e l’amore per la musicalità del verso poetico degli Stilnovisti, per Dante che da ragazzo mi ha ispirato, per passare ad autori dal magistrale piglio narrativo come Oriana Fallaci e Tiziano Terzani, fino ad arrivare ad autori più “filosofici” come Paulo Coelho. Come valuti l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per uno scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria? Fondamentale e imprescindibile, per azionare il meccanismo del passaparola, sempre che il prodotto abbia valore. Anche i colossi dell’editoria utilizzano le nuove tecnologie e le reti sociali, affidandosi a blogger con un seguito ben radicato, ma talvolta puntando su nomi di risonanza televisiva, di basso valore contenutistico. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Ho intenzione di scrivere Danit, La Ragazza Dei Boschi una sorta di sequel di Nafis E I Corridoi Colorati, basato su uno de personaggi del romanzo principale. Sono ancora in fase di progettazione, però; durante la scorsa estate ho passato settimane in solitudine in una roulotte in collina per potermi concentrare.




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