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La veglia dei Poeti - Vinci nel Cuore XI edizione 18.3.23 Vinci

Aggiornamento: 24 mar 2023


Lettura della poesia "La donna che vince" di Alessandro Niccoli

Tratta dal libro "L'odore delle Rose"






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LA DONNA CHE VINCE

La donna vince, mai è perdente, natura innata; stuprata, maledetta, tradita, amata,

scorge l’amore, e subisce il male,

si rialza e sa dove andare;

questo turba l’uomo, che decide, le fa male.

È l’uomo, marito, amante, padre,

che difende i costumi del paese,

le buone maniere protette da voci e chiese.

Lo stesso uomo che scaccia il male e gli stranieri senza cultura, loro che sviliscon le donne senza paura.

È quell’uomo che sottovaluta i suoi lacci, i suoi pregiudizi salutari,

fiero impone rifugio, infondendo i sociali, ben riconosciuti, regimi familiari.

Quando scatta la ribellione, lui stupito, conosce rabbia, depressione e repressione; non guarda la luce della forza,

del mistero della donna

che non riconosce l’imposizione di una reggia,

offeso, indignato, l’incatena e la dileggia, l’abbandona sola, la isola alla gogna,

sol per umiliarla, senza vergogna;

finché lei non scopre la sua essenza,

alza la testa, si muove in una danza

isolata, deprecata, lascia tutto,

faccende e cose, la superflua abbondanza,

ma dentro di sé la certezza di un futuro migliore, la speranza.

Futuro con gli occhi pieni di rugiada,

sicura per la sua strada.

L’uomo che la conosce, la rispetta e la protegge,

sa del calore che lei ha per il mondo e per il suo gregge;

sa che essa porta per madre terra solo amore,

un legame indissolubile, che le si spiega con un fiore. Natura sconosciuta da quell’uomo che crede di potere, tronfio della conservazione del suo ruolo,

uomo povero, senza nulla vedere.

La donna ormai incurante,

continua il suo cammino,

dapprima, seminando vicino,

va, leccandosi, ferita, volgendo il suo sguardo oltre, verso un orizzonte triste, e di lei bisognoso,

chiude le vecchie porte.

Lacrime che si fanno d’oro, lontano da chiusure e onte, per riuscire a vedere i colori di quell’orizzonte.

Per seminare lontano, col dolore negli occhi in evidenza, contaminare di speranza il mondo del debole,

della natura in sofferenza;

sottomessa anch’essa, sua sorella,

ritrovata compagna nel suo viaggio,

solo amore, solo un fiore, non più catene e alcun miraggio.


“Primavera” - olio su tela - dell’artista ligure Roberto Braida

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