..."Lui le si avvicinò e la baciò appena come un soffio, quello stesso soffio che lo fece volare via come il vento per sempre, quando lei la mattina lo liberò.
Sparirono insieme, divennero amici per la vita e tutto il villaggio si meravigliò...non li videro più.
Quella ragazza era amica di Nafis, si chiamava Danit, e ormai viveva col suo amico cavallo visitando insieme i posti più isolati e meravigliosi della loro Regione, spiagge infinite, boschi incredibili. Spesso si fermava da Nafis e dalla nonna di lui, nella loro casetta del bosco a ristorare per del tempo.
Danit alla gente del paese in memoria del cavallo che avevano rinchiuso lascio solo una poesia:
I. Cavallo nel vento
lasciatemi
sono anch’io figlio della natura
vengo da molto lontano, contro ogni stento
mi porta qua da voi la mia forza e il vento
son qui ora perché sono un fuggitivo
dopo millenni corro ancora e sono vivo
adoro il vento
smettete di sfruttarmi e con voi sarò amico meno schivo
ma ugualmente correrò, non solo per fuggire
è istinto…corro per il vento
corro per l’avvenire.
Danit era una ragazza esile ma molto forte, capelli lunghi neri e lisci, occhi scuri e grandi. Erano interpreti del suo volto, erano luminosi e segnati dalla vita nella natura e dal sole, ricordavano il cielo. Il suo viso era triste e bello, pieno di cose luminose, ma non colpiva tanto di per se, quanto per le sue espressioni… ingannava raramente. Aveva l’anima nel suo volto e il volto nella sua anima"....
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Illustrazione di © Sara Panicci Art
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Il capitolo 4 trae ispirazione grazie a IHP Italian Horse Protection Onlus https://www.horseprotection.it/ e ai suoi volontari
Parte del ricavato del libro andrà all'associazione Ihp per sostenere la tutela dei cavalli maltrattati.
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