Nafis è un ragazzino di 13 anni alquanto sui generis per la sua età. Nella semplicità e nella sua visione pura e distaccata si rende conto di quanto la società sia sull'orlo del precipizio a causa dello sfrenato consumismo in cui tutti gli adulti sono immersi. Anche i suoi genitori fanno parte della cosca di coloro che "non vedono" o, forse, non vogliono vedere.
Questa consapevolezza porta il ragazzo a vivere una profonda crisi esistenziale da cui scaturisce un meraviglioso viaggio attraverso la mente, in cui realizza che lui in prima persona ha la possibilità di invertire questa spirale discendente.
La notte rappresenta la parte viscerale del romanzo, in cui Nafis si confronta con entità che spesso gli umani ripudiano, tra cui il silenzio e il buio. Il primo gli permette di scoprire la sua interiorità e di capire ciò che davvero desidera: una società in cui il contatto e il rispetto della natura sono i cardini della vita. Il buio gli consente di pensare alla storia di Danit, amica che, dopo aver salvato un cavallo maltrattato, parte con lui visitando i luoghi più isolati e suggestivi della regione. La ragazza è un profondo esempio per Nafis che, il giorno seguente, si reca in un centro di cavalli maltrattati trovando così una nuova compagna di avventure.
I corridoi colorati sono il trampolino di lancio, un sogno lucido grazie al quale Nafis scopre azioni positive da compiere poi nel mondo reale. Questa storia insegna che tutto parte da se stessi e dalla propria volontà, dalla personale visione del mondo che si sviluppa e cambia a seconda del cammino intrapreso; tuttavia pone anche l'attenzione sull'importanza dell'azione e della praticità. Nessun sogno, ambizione o ideale viene raggiunto soltanto pensando: sono necessarie azioni per poter ottenere ciò che si desidera. Non è solo la storia di un ragazzo che scopre l'obiettivo della sua vita, è soprattutto un saggio che si apre sulla situazione economico-ambientale odierna vista dal punto di vista pulito di un ragazzo di quell'età.
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